Laura Gay

07 Giugno 2019

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COME ACCEDERE AL MONDO DELLE EMOZIONI ATTRAVERSO IL PLAYBACK THEATRE

COME ACCEDERE AL MONDO DELLE EMOZIONI ATTRAVERSO IL PLAYBACK THEATRE

Molti anni fa sentii questa espressione: L’essere umano è un animale sociale.

Nel tempo questa considerazione, apparentemente molto semplice e di ordine assolutamente generale, ha acquisito maggiori significati. Oggi sono giunto a pensare che l’essere umano non è tale se non è all’interno di un legame sociale, in altre parole, se non è in relazione.

 

L’essere in relazione, infatti, permette il rispecchiamento e lo sviluppo del linguaggio che dà nome alle cose, al mondo, e ci rende abitanti di questa terra. Ed è la relazione col mondo e con l’altro, in generale, che genera le emozioni, veicoli del nostro mondo interno, espressione delle nostra realtà soggettiva.

IL TEATRO AL SERVIZIO DELL’UMANITA’

Con il teatro i greci avevano scoperto l’efficacia della comunicazione attraverso la scena, la catarsi, e per questo motivo il teatro ha rappresentato per secoli e millenni – ed ancora oggi – un veicolo politico, uno strumento che attraverso le ritualità del palcoscenico permette al pubblico, al popolo, alle persone, all’essere umano, di rispecchiarsi e definirsi, per dare senso alla vita sociale, quella della Poleis e poi ancora più in profondità alla vita personale, quotidiana e intima.

 

Il Playback Theatre o Teatro della Restituzione attraverso l’improvvisazione è una forma di teatro che vede la messa in scena immediata di narrazioni fatte dal pubblico. Fatti, storie, eventi, aneddoti, emozioni, sensazioni, esperienze vengono riproposte sul palcoscenico dagli attori improvvisando con cura e ascolto quanto emerso dalla narrazione.

 

Con il Playback Theatre viene ripreso il significato “antico” del Teatro, riportando all’essenza stessa della vita umana in una duplice direzione:

  • da una parte lo spettatore ha l’occasione di rivedere la propria narrazione sulla scena offrendo quindi un punto di vista alternativo, una re-visione della scena vissuta in passato;
  • dall’altra consente una condivisione sociale che crea comunità e permette a chi assiste di partecipare alle esperienze umane altrui.

 

Numerose ricerche dal 1975, anno in cui nasce il Playback Theatre, hanno messo in luce le forti influenze che questa forma teatrale ha sul miglioramento delle condizioni di vita sia soggettive che sociali, poiché porta il singolo soggetto a prendere contatto con il proprio mondo emotivo e a condividerlo con la comunità partecipante creando un ponte che unisce l’esperienza intima personale all’esperienza collettiva sociale e politica.

 

Il Playback Theatre, diffuso in tutto il mondo, viene di norma utilizzato in setting laboratoriali (workshop) sia con lo scopo di apprenderne e diffonderne le forme espressive, sia come strumento per l’indagine e l’emersione dei vissuti personali. In questo caso le persone coinvolte a turno hanno l’occasione di narrare le proprie “vicissitudini esistenziali” e di rivederle in scena.

 

Oltre all’evidente beneficio di poter ri-vedere le propria storia rimessa in scena dal vivo, va sottolineato che questa è l’occasione in cui gli attori sul palcoscenico, a turno, hanno l’opportunità di calarsi nei panni del narratore, di attraversare sul palcoscenico l’esperienza narrata appena ascoltata e di sperimentare “sulla propria pelle” quali siano gli effetti su di sé.

UN EFFETTO STRAORDINARIO PER LA VITA

Spinti dall’esigenza della scena gli attori sono invitati ad assumere ruoli e posizioni che portano a sviluppare il mondo emotivo, a dare forma alle relazioni sul palcoscenico sostenendo la naturale capacità sociale e implementando il vocabolario espressivo, offrendo nuove competenze di vita, le cosiddette life-skills.

La scena appena realizzata è quindi esperienza di gruppo per gli attori ed esperienza di ascolto profondo per il narratore che viene completamente accolto nella propria umanità su 4 livelli differenti:

– il livello personale/individuale

– il livello di relazione

– il livello sociale

– il livello archetipico o transpersonale

L’ARTE PUO’ CURARE?

E’ possibile quindi affermare che vi sia una forma di cura della persona nel teatro e in particolare nel Playback Theatre?

 

Certamente, in quando “la cura” è data dal fatto che:

– la persona ha occasione di narrare la propria storia dando significato ai passaggi, agli eventi e permettendo quindi di ri-ordinarne il senso

– la persona che narra viene ascoltata con profondità e attenzione

– la storia del narratore è occasione di ricerca per chi è sul palcoscenico

– la storia narrata diventa la storia di tutti i presenti creando uno spirito di coesione e partecipazione

– il narratore diviene parte della struttura comunitaria e sociale che è essa stessa fonte di cura poiché l’essere umano è tale solo se partecipe e connesso.

Se questo articolo ti è piaciuto ed ha suscitato in te curiosità verso il Playback Theatre,

vieni a conoscerci all’ OPEN DAY 

 

PUOI ANCHE SPERIMENTARE IL PLAYBACK THEATRE IN QUESTE DATE

  • ogni mercoledì sera dalle 18.30 alle 20.30 – in Via Bardonecchia 122/e a Torino, per il corso settimanale e fare una prima prova gratuita
  • dal 25 al 27 ottobre, il Modulo Basea Torino
  • ad ottobre iniziano i corsi Settimanale, Base e Annuale

 

Inoltre puoi iscriverti alla newsletter per non perdere i prossimi articoli che andranno a presentare studi, esperienze, approcci e riscontri nell’applicazione del Playback Theatre ed altre metodologie educative ed attività di sostegno alla relazione.

Iscrizione tramite il Sito : www.becomepersoneindivenire.it

 

E puoi restare aggiornato su corsi ed eventi – riconosciuti da Assocounseling per la formazione e l’aggiornamento dei Counselor – anche tramite la pagina Facebook  https://www.facebook.com/accademiadellatrasformazione/

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